Ven. Apr 26th, 2024
Il pianeta non può cambiare, le persone invece devono e possono.

ANNO X – FASE ZERO – ABSTRACT

Non sappiamo quale sia la prassi nel caso in cui si debba scegliere tra due diritti sanciti dalla costituzione. Però siamo convinti che decisioni di tale portata debbano essere ponderate bene e con profonda conoscenza della materia e dell’impatto sulla società. La forma collegiale è sicuramente un approccio democratico fondamentale, ma se non proviamo ad allargare ulteriormente questa collegialità non potremo mai sapere chi siamo come individui e cosa “significhiamo” come paese.

Il buonsenso dovrebbe spingere le persone che non hanno contezza della materia ad astenersi e nel contempo cogliere spunti per sviluppare un proprio pensiero o intraprendere un percorso di informazione e formazione, i conoscitori a criticare o assentire, correggere, suggerire, collaborare.

Solo in questo modo possiamo consentire lo sviluppo del senso critico. Capacità arricchita dalla consapevolezza e nel contempo rendere le attività che riguardano i nostri sistemi organizzativi attrattivi dunque inclusivi, fungendo da incentivo e spunto per cittadini, istituzioni ed imprenditori.

Alla luce di quanto sopra esposto, pubblichiamo l’ abstract del progetto che riteniamo essere, il percorso da compiere per iniziare una nuova era. L’obiettivo della seguente analisi e sintesi di progetto è quello di innescare un cambio culturale prima che digitale. Le persone devono imparare a discernere l’utile dal disutile, lo strumentale dall’ etico, il vero dal falso. La reale consapevolezza, figlia di una cultura che sta iniziando a nutrirsi di nuovi approcci e tecniche, è propedeutica all’utilizzo di strumentazioni e dinamiche del digitale. L’utilizzo della tecnologia stessa, senza consapevolezza, metodologia adattiva ed in presenza di forme di resistenze molteplici e multiformi inibisce i processi di cambiamento

Premessa

Dopo un’ulteriore ed attenta analisi di molteplici aspetti portati alla luce dal COVID-19 si ritiene che la polarizzazione dovuta alla condivisione di valori etici, passioni e comunioni di intenti sia il punto cardine da cui partire per creare in Italia, in Europa e nel Mondo, sistemi organizzativi bilanciati.

Queste basi creano i presupposti affinché ogni singola persona possa avere un peso specifico maggiore all’interno della società. Ogni persona dovrebbe poter decidere il proprio percorso seguendo le proprie attitudini in totale libertà per auto-realizzarsi. Per avere questo peso specifico nelle decisioni bisogna creare in tutte le persone delle coordinate culturali basilari, che diano la possibilità di comprendere lo scenario in cui ci si muove.

La nudità dei paesi, svestiti dal virus, evidenzia su scala mondiale che un sistema di governance non sia alla fine migliore o più efficiente di un altro, bensì, semplicemente diverso. Diverso per densità di popolazione, collocazione geografica, cultura o forse è più corretto dire per abitudine e resistenza al cambiamento, spontanea o indotta.

Il Virus svela che:

  • sistemi sanitari, da sempre considerati il massimo dell’efficienza, non lo sono in assoluto.
  • paesi che sono avanti tecnologicamente non hanno più difese di altri.
  • paesi da sempre simbolo dell’innovazione tecnologica vacillano dinanzi ad un sistema di organizzazione del lavoro diverso.

Non esiste questa reale supremazia di un Governo e di un Paese su un altro. Esistono persone che hanno possibilità di mettere al servizio del proprio paese doti, specializzazioni e valori etici e morali condivisi da molti, mentre esistono persone che non hanno questa facoltà, libertà e privilegio.

La polarizzazione di queste persone, unite da forti principi, crea delle comunità virtuose. Purtroppo, di sovente, tale potenziale resta circoscritto. Non è la contrapposizione al male che spinge a bloccarli. È la mancanza di coraggio o di volontà di gestire in modo inclusivo, coloro i quali sono rimasti ingabbiati dal male. Per “male” si intende la calcificazione di processi che hanno origini pluridecennali.

La paura di rompere equilibri spinge a trovare delle strade più complesse. Il corpo umano deve essere in equilibrio, l’ecosistema che ci ospita deve esserlo insieme alle persone. Il pianeta, infatti, non può cambiare, le persone invece devono e possono.

Non si devono rompere gli equilibri che ci sono, devono solo essere gestiti quelli che presentano forzature eccessive per essere sostituiti da altri, senza punire o penalizzare nessuno.

È necessario dunque iniziare una Fase Zero, solo in questo modo l’individuo come persona e come espressione di una comunità potrà esprimere il proprio valore e quello della collettività. In Italia come in Germania o in Cina, non importa, abbiamo bisogno dell’UNLOCKDOWN ETICO che esuli dalla contingenza del COVID-19.

Le persone apprenderanno a discernere l’utile dal disutile, lo strumentale dall’ etico, il vero dal falso.

La reale consapevolezza, figlia di una cultura che sta iniziando a nutrirsi di nuovi approcci e tecniche, è propedeutica all’utilizzo di strumentazioni e dinamiche del digitale. L’utilizzo della tecnologia stessa, senza consapevolezza, metodologia adattiva ed in presenza di forme di resistenze molteplici e multiformi inibisce i processi di cambiamento

STRUMENTI

– Scuole di formazione permanenti per l’insegnamento della costruzione di sistemi organizzativi. Quest’ultimi devono essere fondati sull’inclusione per interazione, coinvolgimento spontaneo e polarizzazione basata su etica, professionalità, valori, tecnologie e contesti.

– Poli tecnologici internazionali di educazione civica digitale trasversale ed applicata. Veri e propri centri di interscambio culturale e di visione.

– Scuole di alta specializzazione di innovazione etica digitale settoriale per educatori, studenti e cittadini.

– Sistemi organizzativi ben bilanciati per i cittadini. Tali sistemi devono coinvolgere tutti indipendentemente dall’età, dalla classe sociale, dal ceto culturale, dall’etnia. Non devono essere lasciate dietro persone a prescindere dal ruolo ricoperto all’interno della società stessa, abilità, talento, capacità ed attitudini riconosciute in modo formale e informale o non riconosciute perché silenti, da sempre prive di un palcoscenico.

– Tecnologie facilitatrici per il raggiungimento degli obiettivi nei contesti in cui l’uomo ha la necessità di esprimere il proprio essere digitale.

– Percorsi formativi ed operativi per ridurre le diseguaglianze sociali.

– Processi inclusivi tramite interazione grazie a feedback immediati e contro la reiterazione dell’abitudine, in modo da favorire una graduale crescita della propensione al cambiamento.

– Costituzione di comitati etici e tecnici ad ampio spettro, caratterizzati dalla presenza di canali di interazione aperti e trasparenti verso cittadini e categorie professionali di qualsiasi natura.

– Definizione di percorsi di crescita personale e professionale da applicare su scala nazionale. Soprattutto in ambiti in cui è evidente una resistenza indigena al cambiamento ed una difficoltà nel reperire regole e best practices.

– Ricorso alla contestualizzazione di pratiche, discipline, regole e metodologie di Paesi culturalmente diversi che sono già state applicate ed hanno ricevuto un accoglimento e riconoscimento democratico dai cittadini.

SCOPO

a) Colmare lacune individuate la decade scorsa dall’Unione Europea, ormai colmate in altri paesi. Sviluppare nuovi sistemi organizzativi in ogni ambito e fasi, in cui un essere umano si collochi spazio/tempo durante il proprio ciclo vitale sia nel digitale sia nella vita reale.

b) Far crescere il prossimo all’interno di una società basata su: valori sani, conoscenza, informazione, formazione e professionalità nell’agire, in modo da eliminare anche gli ultimi baluardi di un sistema sbilanciato. La consapevolezza infatti riduce le distanze tra le persone ed i centri di potere, oltre a ridimensionare anche lo spazio di azione che gli stessi hanno.

c) Coadiuvare il processo che dà luce a zone scure, al fine di rendere sempre più difficile nascondere l’evidenza. Quella non ha colore di parte: se è buona cosa non può non esserlo, se non lo è non può esserlo. Si deve permettere alle persone di elevare se stesse senza subire passivamente, e nel contempo agire in modo proattivo sul campo da Maker non solo da Talker. L’avvio di tale processo può consentire di lanciare un processo di semina che in Italia non è mai esistito oppure è restato puramente formale.

d) Fare in modo che l’apprendimento permanente (lifelong learning) e la mobilità di pensiero, conoscenza ed esperienza diventino una realtà. Le sfide poste dai cambiamenti demografici impattano quotidianamente sulla nostra società. Emergono dunque necessità di aggiornare e sviluppare periodicamente le competenze secondo le mutevoli circostanze economiche e sociali. Si richiede sempre di più un approccio all’apprendimento che abbracci tutto l’arco della vita, senza tralasciare i sistemi di istruzione e di formazione più reattivi di fronte al cambiamento e più aperti verso il mondo esterno. È necessario tener conto delle sfide future e presenti, adottando strategie globali di apprendimento permanente coerenti con i differenti protocolli di comunicazione e background culturale degli interlocutori. Occorre soprattutto adoperarsi per garantire lo sviluppo dei quadri nazionali delle qualifiche, sulla base dei relativi risultati dell’apprendimento e del loro collegamento al Quadro europeo delle qualifiche. L’istituzione di percorsi di apprendimento più flessibili devono includere migliori transizioni tra i vari settori dell’istruzione e della formazione, una maggiore apertura verso l’apprendimento non formale e informale e una trasparenza e un riconoscimento maggiori dei risultati dell’apprendimento, oltre a palestre per verificare e continuare a far crescere sul campo quanto assimilato. Sono dunque necessari ulteriori sforzi per promuovere l’apprendimento degli adulti, migliorare la qualità dei sistemi di orientamento e per rendere più attraente l’apprendimento in generale. Gli attuali strumenti adottati sono spesso solo formali e privi di una reale aderenza al mercato del lavoro. In questo modo gli sforzi messi in atto non creano una reale consapevolezza degli utenti che ne usufruiscono. Questo deve avvenire tramite lo sviluppo di nuove forme di apprendimento. Non può essere trascurato l’analfabetismo funzionale digitale che colpisce numerose categorie professionali, molte delle quali, pilastri del nostro sistema democratico. Elemento essenziale dell’apprendimento permanente è pensarlo in relazione ad occupabilità e adattabilità delle persone, mobilità di discenti, insegnanti e formatori di educatori. Sarebbe auspicabile anche una graduale estensione dei periodi di apprendimento all’estero, anche e soprattutto in modalità remota vista la contingenza del momento. Questo dovrebbe avvenire sia in Europa sia nel resto del mondo, in modo regolare e non eccezionale. Il confronto con altre culture è un valore aggiunto che permette di sviluppare il pensiero critico e favorire l’ibridazione del sapere in una direzione più ampia, senza tralasciare la globalizzazione della lingua inglese. Su quest’ultimo punto le classifiche evidenziano la netta carenza italiana nella padronanza della lingua inglese in tutte le fasce della popolazione.

e) Migliorare la qualità e l’efficacia dell’istruzione e della formazione.

Sistemi d’istruzione e di formazione di elevata qualità, al tempo stesso efficaci ed equi, sono essenziali per garantire il successo di un Paese e per potenziare l’occupabilità.

f) Promuovere l’equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva con iniziative adeguatamente promosse a livello centrale oltre che pianificate, progettate ed erogate secondo metodologie al passo con il nuovo modo di comunicare, apprendere e socializzare. Le politiche d’istruzione e di formazione devono coinvolgere tutti i cittadini. Questo deve avvenire senza distinzioni relative alle loro circostanze personali, sociali o economiche. Le persone devono essere in grado di acquisire, aggiornare e sviluppare lungo tutto l’arco della vita le loro competenze professionali e le competenze essenziali necessarie per favorire: la loro occupabilità e l’approfondimento della loro formazione, la cittadinanza attiva e il dialogo interculturale. Lo svantaggio educativo dovrebbe essere affrontato fornendo un’istruzione della prima infanzia di qualità elevata e un sostegno mirato, promuovendo un’istruzione inclusiva. I sistemi di istruzione e di formazione dovrebbero mirare ad assicurare che tutti i discenti, compresi quelli che provengono da un ambiente svantaggiato o con bisogni specifici e i migranti, completino la loro istruzione. Per assicurare questa inclusione e potenzialità si può anche ricorrere alle scuole della seconda opportunità e l’offerta di apprendimento maggiormente personalizzato. Bisogna dare a tutti i giovani i mezzi per interagire positivamente con altri giovani provenienti da diversi contesti. L’istruzione dovrebbe infatti favorire le competenze interculturali, i valori democratici e il rispetto dei diritti fondamentali e dell’ambiente nonché combattere tutte le forme di discriminazione.

g) Incoraggiare creatività, innovazione ed immaginazione, compresa l’imprenditorialità, a tutti i livelli dell’istruzione e della formazione. Oltre a contribuire alla realizzazione personale, la creatività costituisce una fonte primaria di carburante per l’innovazione, che a sua volta è riconosciuta come uno dei motori principali dello sviluppo economico sostenibile. La creatività e l’innovazione sono fondamentali per la creazione di imprese e la capacità dell’Europa e dell’Italia di avere il giusto riconoscimento a livello internazionale. La prima posta in gioco consiste nel promuovere l’acquisizione da parte di tutti i cittadini di competenze trasversali fondamentali: in particolare le competenze digitali, “imparare ad imparare“, lo spirito d’iniziativa e lo spirito imprenditoriale, la sensibilizzazione ai temi culturali e sociali.

h) vigilare sul buon funzionamento del triangolo della conoscenza: istruzione/ricerca/innovazione.

I partenariati tra il mondo imprenditoriale e i vari livelli e settori dell’istruzione, della formazione e della ricerca possono contribuire a garantire una migliore concentrazione sulle capacità e competenze richieste nel mercato del lavoro, sviluppando l’innovazione e l’imprenditorialità in tutte le forme d’insegnamento. Dovrebbero dunque essere promosse comunità di insegnamento più ampie, comprendenti rappresentanti della società civile, delle istituzioni e altre parti. Questi attori devono essere punti di riferimento sia sotto il profilo della leadership sia dell’alta specializzazione, al fine di creare un clima propizio alla creatività e meglio conciliare esigenze professionali e sociali, nonché benessere degli individui e sicurezza.

i) La sfida principale consiste nel garantire che ciascuno possa acquisire le competenze fondamentali, sviluppando al tempo stesso, a tutti i livelli dell’istruzione e della formazione, l’eccellenza e l’attrattiva. Solo così sarà possibile consentire all’Europa, ma soprattutto all’Italia, di conservare un forte ruolo globale in un momento di grossa asimmetria geografica, economica e sociale. Per raggiungere tale traguardo, in modo realmente sostenibile, si deve prestare maggiore attenzione al miglioramento del livello delle competenze di base come: la lettura, la scrittura e il calcolo, rendendo la matematica, le scienze e la tecnologia più allettanti, nonché al rafforzamento delle competenze linguistiche. Le metodologie attuali presenti nel sistema formativo scolastico sono vecchie e obsolete, grossomodo invariate rispetto al secolo scorso. Questo risulta particolarmente evidente nell’insegnamento delle materie scientifiche. Al contempo, sussiste l’esigenza di garantire un insegnamento di qualità elevata. Per fare ciò è necessario offrire un’istruzione iniziale adeguata agli insegnanti e uno sviluppo professionale continuo agli insegnanti e ai formatori, e rendere l’insegnamento una scelta di carriera allettante. Questa formazione continua deve essere sostanziale e misurata, non solo sulla carta come avviene attualmente. Dunque, bisogna individuare anche delle metriche per valutare la formazione in relazione alle prestazioni (performance) o risultati degli insegnanti, educatori e formatori. Utilizzare (KPI) su fasi di produzione del valore misurate al tempo t, t+1, t+n con riporto del valore residuale dell’indicatore su altre fasi che ne giovano in maniera diretta ed indiretta. In pratica una volta individuato un indicatore, esso va confrontato nel tempo per monitorare l’efficacia della formazione ed eventualmente modificare la strategia sulla base dei risultati emersi. I processi non devono essere standard e identici nel tempo, ma adattarsi in base ai risultati ottenuti di volta in volta con un approccio aperto e continuamente sperimentale volto al miglioramento. È inoltre importante migliorare governance e gestione degli istituti di istruzione e di formazione ed elaborare sistemi efficaci di garanzia della qualità. La qualità elevata potrà essere raggiunta solo tramite l’uso efficiente e sostenibile delle risorse (sia pubbliche sia private, secondo il caso) e la promozione di politiche e prassi fondate su elementi concreti nel settore dell’istruzione e della formazione. Per il raggiungimento di questo obiettivo è fondamentale generare interazione e premiare il merito tramite la gamification, ovvero l’utilizzo di elementi ludici e di tecniche di progettazione e design di giochi in contesti non ludici.

Questa definizione può essere scomposta in tre parti:

• elementi ludici

• tecniche di progettazione e design di giochi

• contesti non ludici

Il concetto chiave con cui iniziare è pensare alle persone come giocatori.

Il quesito da porsi è: Chi sono le persone che le aziende e le istituzioni devono influenzare/ingaggiare/fidelizzare/far appassionare e con cui interagire e che dunque giocano? Clienti, Impiegati, un Target specifico da intercettare, Partners, gruppi di persone a cui state provando a far cambiare atteggiamento/comportamento/approccio. Es: Studenti di una determinata regione, Ragazzi che vivono in situazioni di degrado sociale pertanto a rischio micro e macro criminalità, docenti, avvocati, magistrati e così via.

Chiunque siano, dobbiamo pensare: questi sono i nostri giocatori.

Pensare a qualcuno come un giocatore comporta una sottile differenza rispetto a considerarlo secondo le classiche logiche: cittadino – consumatore – elettore

Che cos’è un consumatore? È qualcuno che consuma, quindi implica che c’è anche una figura speculare che è il produttore che mette a disposizione beni e servizi. A chi lavora nel settore informatico piace usare il termine utente.

Mentre chi lavora in alcuni settori del commercio al dettaglio, Travel o Food usa il termine ospite, che suscita la rassicurante percezione che si sta invitando qualcuno a casa propria. Tutti questi termini hanno sottili implicazioni in quanto sono alla base della natura stessa delle relazioni tra individui.

Cosa vuol dire per una persona essere un giocatore?

In Primis, vuol dire che i giocatori sono il centro del gioco, e che il gioco ruota attorno al giocatore. Anche se il gioco è stato realizzato da una compagnia o da un gruppo di game designer con un preciso scopo, che potrebbe essere quello di guadagnare soldi o di diffondere delle linee guida, dal punto di vista dei giocatori cambia poco. Il punto centrale sono sempre loro.

Tutti, come giocatori, siamo al centro del gioco e il mondo ruota attorno a Noi. Qualsiasi cosa accada nel gioco, noi siamo la cosa più importante: i giocatori.

Quindi bisogna pensare a come strutturare i principali luoghi e contesti, in modo che il giocatore sia al centro. Tutti Noi dobbiamo essere sempre al centro.

Successivamente bisogna capire ed anticipare i bisogni dei Giocatori, al fine di fornire strumenti necessari per consentire agli stessi di avere il totale controllo.

I giocatori devono avere costantemente la sensazione di essere protagonisti e liberi. La libertà va intesa come la capacità di effettuare scelte che diano dei risultati ed un riscontro. In pratica le loro scelte ed attività devono portare a creare un valore percepito, non necessariamente di tipo economico ma anche smaterializzato e auto-realizzativo.

Ognuno di noi deve essere alla guida o comunque essere parte di una squadra che sta gareggiando. Ciò vuol dire coinvolgere in qualcosa a cui siamo interessati e a cui attribuiamo un valore che si può trasformare in un bene relazionale, di appartenenza o fidelizzazione se si rispettano le regole del gioco stesso.

Giocare non è la stessa cosa di Gioco

Giocare è una sensazione di libero movimento all’interno di alcuni vincoli, che ha molto più valore dell’energia che non ha necessariamente uno scopo ed un risultato da perseguire.

Lo scopo principale di un sistema organizzativo è creare una percezione del gioco che abbia uno scopo specifico e lo scopo principale è uno: iniziare a far giocare (partecipare). Il secondo, continuare a far giocare. Due sfide connesse ma diverse. Le domande che le istituzioni devono porsi sono:

  1. come facciamo a coinvolgere le persone?
  2. come rendiamo ogni contesto stimolante?
  3. come facciamo a dare dei feedback immediati che permettano alle persone di prendere parte al gioco in modo semplice e senza ostacoli?
  4. una volta coinvolte, come facciamo a non farle andare via?

Non è un gioco questo. Bisogna creare esperienze nel quotidiano che coinvolgono le persone in modo genuino e per un periodo di tempo prolungato.

Se ci poniamo queste domande, allora stiamo ragionando non come un manager, un decision maker, uno specialista delle risorse umane, un imprenditore, un politico, un legislatore così come l’abbiamo sempre pensato, ma come qualcuno che sta disegnando un gioco, un gioco di successo, un sistema organizzativo di successo e quindi una società vincente, dove tutte le persone hanno sempre un obiettivo e sono continuamente motivate.

PROPEDEUTICITA’

1) Non aver paura del cambiamento, guidarlo e non subirlo.

2) Essere in linea con le modalità operative ed i principi di polarizzazione etica e professionale circa i modelli di convergenza tra Tecnologie, Persone ed Obiettivi basati sullo spirito collaborativo.

3) Credere nell’importanza della Trasformazione Culturale, prima ancora di quella Digitale, senza temere di mostrare lacune ed elementi frenanti che hanno sempre spinto verso la parte interna della famigerata zona di comfort.

4) Essere disponibili a far parte o guidare Task Force operative su tutto il territorio nazionale, come ambasciatori dell’innovazione in primis e come specialisti sul campo, in Team, con conseguenti gratificazioni personali, professionali ed economiche. Il Guadagno come gratificazione naturale dell’essere meritevole.

5) Consentire la libertà di effettuare delle scelte conformemente ad alcune regole.

6) Creare un ambiente in cui la persona con il vestito da cliente, utente, dipendente o altri attori presenti nei processi abbiano un riscontro immediato come risposta ad un’azione eseguita.

7) Coinvolgere in qualcosa a cui sono interessati e al quale attribuiscono un valore che può essere trasformato in un bene relazionale, di appartenenza o di lealtà se le regole del gioco sono rispettate.

8) Pensare fuori dagli schemi.

9) Prendere atto e convenire sul contenuto del seguente trattato Etico, Sociale e Professionale, che altro non è che l’applicazione della logica e del buonsenso nel quotidiano: stiamo assistendo a una crescente consapevolezza in gran parte del settore politico, educativo e occupazionale, nonché nell’opinione pubblica, della necessità di stabilire un approccio più aperto, trasparente, affidabile e affidabile al riconoscimento dei risultati dell’apprendimento e dell’esperienza.

Nonostante i progressi negli ultimi anni, il riconoscimento dell’apprendimento rimane irregolare e disomogeneo in tutti i paesi e settori, soprattutto in Italia. Vi è infatti la necessità di creare le condizioni affinché gli individui abbiano il controllo del proprio riconoscimento, per stabilire la propria identità ed entità, sia formalmente (all’interno delle istituzioni) sia informalmente (tra le comunità).

L’importanza dell’istruzione e della cooperazione educativa nello sviluppo e nel rafforzamento di società stabili, inclusive, pacifiche e democratiche è universalmente riconosciuta fondamentale. Tuttavia l’istruzione formale non è accessibile a tutti i cittadini in questo momento e non soddisfa tutti i bisogni.

Molti sostengono che l’istruzione formale rappresenti solo una piccola parte dell’apprendimento che ha luogo durante la vita di un individuo, la maggior parte dei quali non viene riconosciuta.

Riconoscimento aperto a tutti:

in primo luogo, incoraggiamo tutti, studenti, educatori, cittadini e organizzazioni a partecipare attivamente.

La partecipazione comprende:

assumersi la responsabilità personale nel proprio apprendimento e nel riconoscimento dei risultati altrui, contribuendo alla progettazione, implementazione e/o utilizzo di sistemi di riconoscimento del merito o del virtuosismo, locali e/o globali.

Tecnologie e infrastrutture di riconoscimento aperte:

in secondo luogo, facciamo appello alla comunità dei professionisti dell’apprendimento e agli sviluppatori di tecnologie, per stabilire un sistema affidabile di credenziali di apprendimento verificabili sull’uomo e sulla macchina e per adottare standard aperti che facilitino la comparabilità e la trasferibilità delle credenziali di apprendimento. L’andare a definire delle metriche chiare e rilevanti è spesso assente nella cultura italiana sia delle istituzioni formative (Scuola, Università) sia in quelle private (aziende, enti pubblici) sia in quelle Pubbliche.

Politiche di riconoscimento aperte:

in terzo luogo, chiediamo ai governi, alle autorità pubbliche e alle parti interessate dell’istruzione di attuare politiche inclusive che facilitino e incoraggino il riconoscimento dei risultati dell’apprendimento sia in contesti formali, non formali e informali, con ponti tra tutti e tre.

Ottimizzazione e normalizzazione dei sistemi informatici presenti e della tecnologia usata in modo consapevole e con buon senso, per lo sviluppo di nuove procedure finalizzate ad ampliare il raggio d’azione dell’attività primaria. L’utilizzo di queste nuove piattaforme tecnologiche deve essere guidato dall’analisi dei dati e delle esigenze. Il focus principale deve essere sulla pianificazione e costruzione dei processi che generano servizi ed opportunità per la comunità e non sui servizi stessi come soluzione tampone nel breve.

SUMMARY CASE E VISION

In Italia, durante il corso dell’ultimo anno sono giunti a maturazione dei processi spontanei di grandissima rilevanza sociale, economica e culturale. Per misurarli, solitamente si usano quelli che oggi chiamiamo KPI o più semplicemente indicatori. Sono sempre stati utilizzati da Economisti, Sociologi e Statisti. Questa volta non esistono indicatori capaci di misurare quello che è accaduto e che ancora sta avvenendo. Con una grande visione era possibile percepire, metterli in relazione e valutare l’impatto. Siamo stati fortunati, nessuno dall’alto ha avuto questa capacità e gli eventi hanno seguito, nel bene e nel male, il loro corso fisiologico. Tali processi hanno creato le basi per creare in Italia, e non solo, un sistema organizzativo predisposto a gestire l’Innovazione. Non si può innovare la notte per il giorno, ci vuole un ecosistema che ha punti fermi e metodologia adattiva.

Gli indicatori succitati, ormai possiamo chiamarli fenomeni in via di consolidamento:

1) Il depauperamento di tutti i ceti sociali e l’arrivo in Italia della 4.0. nonostante sia stato ritardato, il fenomeno ha spinto le persone a reagire partendo dalle proprie capacità latenti, mai espresse, perché sempre represse da un contesto senza riconoscenza per il merito e lo spirito di iniziativa.

2) Il mercato del lavoro è cambiato senza alcuna riforma annunciata per proclama di parte. Giocoforza, le persone dopo aver conosciuto la resilienza, hanno messo in campo il proprio potenziale inespresso con risultati eccezionali. Non torneranno più indietro per niente e per nessuno.

3) Le lobbies perdono potere, iniziano le fughe ed inizia a svanire l’incapsulamento da retrotopia.

4) La consapevolezza degli individui circa il proprio potere decisionale ed il valore come espressione della propria dignità. Queste consapevolezze hanno portato a capire dinamiche spesso ignote che ha reso molti proattivi dinanzi ad ostacoli che potevano sembrare insormontabili.

5) L’impossibilità di molti, di produrre, gestire le scadenze, fare salti mortali per continuare a tenere aperta la saracinesca. Questa tendenza ha portato molti attori a correre sempre di più, ogni giorno, e solo per mantenere il sostentamento minimo per la propria famiglia o per i propri dipendenti, indebitandosi. Uno o Cento dipendenti per molti era indifferente, hanno ed avevano una dignità ed amore per ciò che avevano creato. “Avevano” perché molti non hanno retto a questo stato di cose. A queste persone veniva chiesto di cambiare, ma dovevano correre come il criceto che fa girare la ruota in loop, all’infinito, senza un reale motivo o obiettivo. Mentre, chi aveva ancora forza economica per generare lavoro e valore della produzione ha mostrato cecità, presunzione e non volontà di rivedere il proprio modello organizzativo. Gli effetti sono stati catastrofici.

6) Gestione della cosa pubblica come una pipeline di progetto.

Quando si parla di Progetto, la prima cosa che si deve cercare sono le zone d’ombra e con molta cautela, gestendo in modo strategico e con grande preparazione e leadership. Il primo step è spingere tutto ciò che si trova all’interno delle zone di ombra, ad interagire.

Se tutti noi crediamo ed appoggiamo questa modalità operativa, il progetto Paese avrà successo, ma dobbiamo lavorare in Team, il più grande della storia, 30.000.000 di persone di cui 8.000.000 già da domani.

Prima che scoppiasse l’emergenza virus, dopo 2 anni di analisi e ricerca, abbiamo presentato nel convegno del 6 febbraio 2020 alla Camera dei Deputati quelle che riteniamo essere le nuove forme organizzative sostenibili, che avrebbero dovuto regolamentare tutti i sistemi di gestione e produzione del paese poiché era palese che si stesse andando verso l’implosione.

Queste le motivazioni che ci hanno spinto ad organizzare il convegno, “Nuovo Framework del mercato del lavoro, della formazione e convergenza tra Tecnologie, Persone ed Obiettivi”.

Il virus ci ha obbligati ad entrare in quel Framework nella sua forma più estrema. La cosa non ci stupisce, da 15 anni combattiamo tutti i giorni affinché la trasformazione sia culturale prima che digitale, e la consapevolezza di non essere pronti come Paese a cambiamenti meno impattanti del virus era una certezza.

IL CONTESTO

Non riteniamo essere producente sprecare tempo nel cercare colpevoli o spendere fiumi di parole in merito all’argomento, se non costruttive ed utili per la cittadinanza. Solo azione, facendo quello che abbiamo sempre fatto, anche se gli ostacoli sono sempre stati duri da stendere o schivare. Probabilmente ce ne saranno di meno da oggi in poi.

Da sempre siamo regolamentati da una sofisticata bilancia che deve stare sempre in bolla, qualsiasi sia il prezzo da pagare. Nessun potere occulto, nessun gran disegno o streghe da inseguire, solo equilibri. Esistono momenti, fasi, fenomeni che impattano in una direzione o nell’altra che colpiscono molteplici nazioni che hanno un filo conduttore di qualsiasi natura, economico, sociale, geografico, politico o altro. Esistono equilibri tra Stati e la complessa semplicità dell’Ecosistema naturale che ci ospita. Questi equilibri in un modo o nell’altro devono essere mantenuti. Non si bada alla felicità delle persone, tantomeno alla vita delle stesse. L’alternativa potrebbe essere un globo senza forza di gravità o privo di ossigeno, invivibile.

Così come le persone hanno maturato e stanno maturando la consapevolezza del loro status di “esseri digitali” ed hanno avuto il rigetto della over comunicazione, parimenti apprenderanno a discernere l’utile dal disutile, lo strumentale dall’etico, il vero dal falso.

La cosa strabiliante, sta nel fatto che più si è evoluta la scienza dei dati, tanto più, bisogna utilizzare un approccio filosofico, come quello di Parmenide ed Eraclito per andare alla ricerca della realtà, l’“Episteme”, partendo dal tutto e non da parte del tutto. Approccio Olistico, che oggi più di ieri è uno dei migliori per la governance di sistemi di persone e processi.

Sembra ridimensionato il mondo, tutto sembra più vicino sia il bene sia il male, ma anche la consapevolezza del nostro essere.

Si pensa alle macerie da raccogliere quando tutto sarà finito. Già camminavamo sulle macerie.

ANALISI DELLO STATO DI COSE

Nel mentre:

• il criceto è costretto a smettere di far girare la ruota per correre dietro qualcosa di cui non conosceva la natura

• si può misurare il CO2 nelle grandi città senza barare sulle risultanze

• siamo passati dal discriminare ad essere discriminati o discriminarci vicendevolmente

• siamo “costretti” al riavvicinamento alla famiglia, ai nostri figli, ai nostri cari che tanto ci hanno dato e tanto meritano

• dobbiamo darci la mano ed essere vicini online come prima, ma senza la possibilità di stringerci quella vera

• dobbiamo essere noi educatori dei nostri figli, anche se solo in via transitoria, perché il sistema a cui li affidiamo non è pronto già da molto tempo a formare

• dobbiamo fare focus su noi stessi, su quello che abbiamo fatto e su quello che possiamo fare in un regime di cose ordinario, seppur straordinario nel caso di specie

Azione e Reazione

L’impatto del virus è stato forte. Il tutto sarà nei dispositivi che racconteranno la Storia, ma anche una grande opportunità per tutti noi, sia nell’immediato sia nel futuro. Prepariamoci ai “nuovi” Framework:

• Sviluppiamo una nuova competenza

• Studiamo ed impariamo una nuova lingua, limite che ci blocca e ci preclude tante possibilità, ricerchiamo un argomento di nostro interesse

• Impariamo ad utilizzare “nuove” tecnologie e strumenti

• Acquisiamo nuove conoscenze seguendo corsi di interesse personale tramite l’istruzione online

BENEFICI

a) Refresh dell’auto motivazione.

Spesso si è bloccati a fare le cose semplicemente perché dobbiamo farle, in loop. Capire cosa ti ispira ti rimette al posto di guida con un copilota, che ti suggerisce continuamente che nella vita puoi davvero fare le cose che desideri fare.

b) Scoprire e riscoprire i propri interessi e gli obiettivi personali

Riaccendere ciò che ti fa essere una persona attiva, inclusa e collaborativa, riduce la reiterazione dell’abitudine. Tale modus operandi rende la vita più interessante e può anche aprire opportunità future. Non sai mai dove ti porteranno i tuoi interessi se ti concentri su di essi.

c) Accrescimento di altre competenze personali e professionali

Mentre siamo impegnati nell’apprendimento di una nuova abilità o nell’acquisizione di nuove conoscenze, stiamo anche costruendo altre competenze preziose che possono aiutarci nella nostra vita personale e professionale. Questo perché utilizziamo altre abilità per imparare qualcosa di nuovo. Ad esempio, imparare a disegnare comporta lo sviluppo della creatività e riattiva l’immaginazione. Lo sviluppo delle competenze può includere: abilità interpersonali, creatività, problem-solving, pensiero critico, leadership, riflessione, adattabilità e molto altro ancora.

d) Crescita della fiducia in noi stessi

Diventare più informati o abili in qualcosa può aumentare la fiducia in noi stessi sia nella vita personale che professionale.

1. Nella nostra vita personale, questa fiducia può derivare dalla soddisfazione di dedicare tempo e sforzi all’apprendimento e al miglioramento, dandoci un senso di realizzazione.

2. Nella nostra vita professionale, questa fiducia in noi stessi può essere la consapevolezza della nostra reale conoscenza e la capacità di applicare ciò che abbiamo imparato.

Sia nel caso in cui si tratti di perseguire interessi tematici e passioni personali o di inseguire ambizioni professionali può aiutarci a raggiungere la realizzazione e la soddisfazione personale. Questo percorso può rivelarsi essenziale in questo momento storico.

Tutti noi abbiamo un istinto naturale a voler esplorare, imparare e crescere che ci incoraggia a migliorare la nostra qualità di vita e l’autostima. Basta raggiungere un obiettivo a cui si tiene in particolar modo, anche se non difficile da perseguire.

Obiettivi

Lavorare per obiettivi è una forma mentis ed una metodologia. Adesso abbiamo due obiettivi prioritari:

a) Salvaguardare la nostra salute e quella degli altri con comportamenti consapevoli e guidati dal buon senso e responsabilità.

b) Prepararci a guidare tutti insieme la “rinascita” o la nascita della nuova ITALIA senza zone d’ombra che sarà Etica, Inclusiva, Collaborativa, Comunicativa, Interattiva, Innovativa, Trasparente, Meritocratica e Premiante.

Attore: l’Uomo

Metodologia: dare all’Uomo la libertà di effettuare scelte ed attività che creano un valore subito percepito. Produttività, gratificazioni economiche, personali e professionali, saranno solo il fisiologico risultato.

L’Uomo rende esponenziale la tecnologia, non la tecnologia di per sé, il buonsenso la rende applicabile ed utile.

Ecco l’ITALIA che sarà, perché dovrà esserlo.

Un Paese non “apparente” bensì “Significante” per gli italiani e per tutti gli altri paesi.

SINTESI DI PROGETTO

1. Riepilogo Esecutivo

2. Motivazioni

3. Opzioni Strategiche principali

4. Benefici Previsti

5. Contro Benefici Previsti

6. Tempistica

7. Modalità Organizzativa

8. Ambito di Svolgimento

9. Valutazione Impatto (Metriche)

10. Rischi Principali

11. Project Board di Primo Livello

12. Partners

1. RIEPILOGO ESECUTIVO

In base alle informazioni acquisite tramite analisi e ricerca da parte dell’Osservatorio Imprenditoriale della trasformazione digitale, dei suoi membri ed il confronto con metodologie e culture estere, si raccomanda di sviluppare un Sistema formativo che accompagni i bambini dalla nascita fino al loro posizionamento nel mondo del lavoro e nella società. Un Sistema basato sulla Gamification, la percezione del feedback generato da una determinata azione ed un confronto costante con percorsi di studi, lavorativi e di vita di altri paesi.

Learning management system e sistemi di comunicazione remota sono elementi di base insieme all’Integrazione dei Sistemi e dei servizi erogati in modalità Server/client, Business Intelligence evoluta, Intelligenza Artificiale, Machine Learning, Analisi dei Big Data e Comunicazione Data Driven come elementi integranti, coadiuvanti, armonici e sinergici ma non primari. La differenza risiede nelle modalità e metodologie con le quali saranno formate le persone che usufruiranno dei deliverables.

Lo sviluppo di tali applicazioni sarà inoltre continuo e continuativo per rendere longeve ed adattive le metodologie che dovranno creare e gestire oltre ad incentivare la partecipazione, la passione, la volontà e la gratificazione delle persone nella loro fierezza di aver segnato un cambio di direzione epocale.

2. MOTIVAZIONI

Ormai siamo consapevoli che tutto sta cambiando molto velocemente sia il mercato sia la società.

Il virus ha fatto quello che neanche la quarta rivoluzione industriale è riuscita a fare. Ora più di prima è necessario avere il passo veloce e giocare di anticipo tramite integrazioni dei processi, Analisi e Gestione dei Big Data, Comunicazione Etica Full Data Driven, Informazione, Formazione e Reclutamento di nuove risorse con mindset differenti.

Il mercato del lavoro è quello che ha subito mutazioni maggiori a causa dei repentini cambiamenti socioeconomici e socioculturali in Italia.

Ora l’impatto del COVID-19 ci impone di implementare ed innovare in modo consapevole e condiviso. Solo un sistema organizzativo scalabile e adattivo può consentire di ripartire, di creare un nuovo modo di socializzare e tornare alla normalità, seppur differente da quella che era prima.

L’esigenza focale è l’Integrazione tra:

DATI – PIATTAFORME – COMUNICAZIONE – STRUMENTI – PERSONE

3. OPZIONI STRATEGICHE E TECONLOGICHE

Implementare ed investire tempo e denaro solo in soluzioni e servizi a doppia scalabilità, valutandone l’impatto sulla società ed il grado di interazione che può raggiungere con le persone. Il resto sono solo soluzioni tampone dispendiose anche se richiedono cifre tendenti a 0.

Non conta la tecnologia ma il metodo con cui viene usata e le persone che può coinvolgere.

4. BENEFICI PREVISTI

a) Crescita del livello di informazione dei cittadini dal basso in modo piramidale. Senza la partecipazione dei molti si rischia lo stallo, così come è stato fino ad ora.

b) Crescita del livello di interazione dei cittadini. Se vogliamo l’inclusione dobbiamo creare un sistema organizzativo che catturi l’attenzione dei cittadini tramite la gamification e la premialità.

c) Crescita Culturale dei cittadini e della loro Vision. Dove vi è uno scopo sostenibile vi è anche motivazione. In qualsiasi contesto, se vi sono dei triggers (inneschi) che permettono di vedere l’obiettivo, si genera azione.

d) Crescita dell’uso consapevole della tecnologia come strumento facilitatore della vita quotidiana.

e) Crescita della normalizzazione a monte delle informazioni per una gestione agevole della cosa pubblica, aziende, scuole e rapporti con pari entità estere.

f) Nascita di Palestre dove si possono allenare quelle attitudini (soft skill) che ormai vengono chiamate con un termine eccessivamente inflazionato.

g) Nascita o consolidamento di realtà dove i talenti hanno piacere ad operare e quindi restare. Stiamo svendendo R&D e probabilmente è il bene più prezioso che abbiamo in questo momento e che sia spendibile. Lo è sempre stato in assoluto.

h) Nascita di community legate da valori ed obiettivi. Riuscire a creare community vuol dire far nascere senso di appartenenza e continuity.

i) Nascita di una Cultura digitale

j) Riduzione dell’impatto del Cybercrime e prevenzione della nascita di vivai per la criminalità organizzata e la microcriminalità

5. Contro-benefici Previsti

Paura del cambiamento per tanti motivi, alcuni legati alla generazione precedente all’attuale, altri alla scarsa o errata digitalizzazione delle persone.

Sarà predisposto un piano di training nazionale e sarà posta molta attenzione della raccolta dei requisiti ed alla usabilità degli strumenti.

6. Tempistica

Perpetuo

7. Modalità Organizzativa

Anche se sarà un progetto difficile da ingabbiare in un modello con gruppi di processo e processi, il tutto si giocherà sulle fasi.

Questa questione si lega alla domanda che poniamo da anni: “Perché la cosa pubblica non può essere gestita con un modello di progetto ed un numero n di sottoprogetti? ” Non abbiamo mai avuto risposta.

L’abbiamo cercata, ma ci auguriamo che al collo di bottiglia al quale siamo arrivati, l’Italia non arrivi mai più.

Articolazione delle prestazioni:

a) Acquisizione Informazioni

b) Analisi preliminare struttura preesistente

c) Elaborazione Informazioni e stesura del Brief di Progetto

d) Valutazione con la committenza del Brief di Progetto

e) Setup Progetto

f) Initiation

g) Coordinamento, controllo e sviluppo

h) Reportistica e monitoraggio rischi

i) Test di affidabilità

j) Delivery del progetto

k) Formazione sui Deliverables

8. Ambito di Svolgimento

IBRIDO ONSITE / SMARTWORKING / REMOTEWORKING su territorio Nazionale, Europeo e Globale.

9. Metriche di Valutazione Impatto (Macro)

Variabili sociali: Numero di cittadini raggiunti

Variabili produttive: Numero di iniziative nate

Variabili economiche: Numero di Occupati – Aziende- Valore della Produzione – Indice di coinvolgimento – Numero di Persone

Variabili Life Health: Sentiment tramite AI incrociato con indicatori classici.

Variabili Inclusione: Misurazione in termini percentuali

Raggiungimento di Touchpoint diversi dai social, ad esempio numero di SPID, Firme Digitali, servizi on line dei ministeri

Variabili % StartUP NoExit: Confronto tra Start-Up tradizionali e Start-Up Innovative polarizzate da etica e valori

Variabili Coesione tra imprese: Numero di attività svolte dalle reti di impresa

Numero di aggregazioni tra PMI

Variabili Investimenti: Cifre facilmente quantificabili

Variabili Country Appeal: Si/No – L’obiettivo è tornare ad essere un paese “Significante” con un peso a livello Europeo e forse globale

Variabili Italian Brand Awareness: Indici sulla filiera ed il Made in Italy

Variabili Italian Citizens Branding: numero di persone che manifestano tramite uno dei touchpoint definiti senso di appartenenza

Variabili Attività produttive Green: % di terreni agricoli automatizzati – Controlli su qualità dell’ambiente – Riorganizzazione Archittetonica

10. Rischi Principali

Paura del Cambiamento;

Riorganizzazione delle Risorse ed introduzione di nuove figure/strumenti senza incutere timore;

Processi operativi non integrati e disomogenei;

Elevati costi e tempi di adeguamento delle strutture informatiche;

Difficoltà nel fornire strumenti ai vari reparti o persone che rispecchiano le esigenze;

Mancanza di un unico database centralizzato e cultura del dato;

Informazioni e procedure frammentate e di difficile lettura;

Prescrittività dei processi e ridotto range di personalizzazione in autonomia;

Mancanza di reportistica facile da consultare, soprattutto per il management, decision maker e legislatore;

Difficoltà nel capire le esigenze dei cittadini per mancanza di dati;

Integrazione con il web ed i cittadini frammentata, fioca e non pianificata.

11. Project Board di Primo Livello

Persone:

a) in linea con i nostri principi etici e morali.

b) che abbiano la capacità di incanalare le energie del singolo, integrandole, connettendole e congiungendole per produrre valore sinergico

c) che abbiano una funzione costruttiva, rigenerativa, motivazionale, responsabile, aperta, capace di costruire valore per la persona, per l’organizzazione e per la società

d) dotate di facoltà cognitive di tipo anticipativo, capaci di interpretare e prevedere i nuovi trend sociali, culturali, economici e tecnologici oltre ad essere portatrici di cambiamenti ed innovazioni nella visione strategica ed operativa

12. Partners

Aziende ed Istituzioni convinte che si possa iniziare un percorso di semina mai esistito capaci di veicolare informazione e formazione circa l’uso consapevole della teconologia nel rispetto dell’uomo e del pianeta.


Fonte: Ente Nazionale per la trasformazione digitale e l’innovazione

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